L’EPS per la prima volta al salone del Mobile di Milano

Grande successo per “The social Cave”, installazione temporanea in polistirene espanso sinterizzato (EPS) realizzata dalla Facoltà di Architettura della Columbia University di New York

Dal 12 al 17 aprile 2011 il Salone Internazionale del Mobile di Milano ha compiuto i suoi primi 50 anni.
Il progetto “The social Cave”, sponsorizzato da Aipe (Associazione Italiana Polistirene Espanso), è costituito da oltre 500 blocchi in EPS grigio riciclato e riciclabile. L’estrema leggerezza del polistirene, unita alla sua notevole plasmabilità, facilità di montaggio ed anche economicità sono le principali ragioni per le quali è stato scelto questo materiale polimerico, spiega l’architetto Caterina Tiazzoldi della Columbia University. Caratteristiche che lo rendono particolarmente adatto al design creativo ma anche, grazie alla sua resistenza, al settore dell’imballaggio per mobili e oggettistica d’arredo.
Il progetto è un’istallazione interattiva sviluppata da 24 studenti internazionali; la struttura è composta da poligoni di polistirene riciclabile assemblati insieme ed è pensata per essere continuamente ricostruita e riconfigurata a seconda delle varie location.
I visitatori che entrano nella struttura attraverso due corridoi paralleli, sono nascosti gli uni agli altri da un muro di separazione che divide i due spazi interni della Cave. Grazie all’interfaccia interattiva, la presenza di un visitatore nello spazio al di là del muro è rilevata solo attraverso una proiezione astratta che ne cattura i movimenti. L’anonimato fisico creato dal muro divisorio permette a ciascun visitatore di sentirsi a proprio agio mentre intraprende una conversazione digitale e virtuale con la proiezione dell'”ombra” o “fantasma” del visitatore che si muove al di là della parete. In questo modo, a ciascuno sono resi familiari i gesti e la personalità dell’altro anche senza un primo contatto fisico.
Una volta usciti dalla struttura, però, è possibile presentarsi e fare amicizia; la Social Cave dapprima nasconde e poi mostra l’dentità dei visitatori e la loro vicinanza, permettendo loro di iniziare una conversazione che trascende i tradizionali confini fisici e digitali. L’dea alla base del progetto nasce dalla considerazione che l’era digitale ha trasformato le tradizionali concezioni di spazio: se prima la socializzazione poteva essere unicamente nel mondo fisico, ora con il virtuale sono chiamate in gioco nuove regole che ci permettono di interagire in una dimensione prima inaccessibile. La Cave fonda insieme la frenesia della connettività virtuale, la sua potenza e la sua velocità con la calma data dalla materialità e dalla forma della costruzione, un aggregato parametrico di cubi di polistirene riciclati e riciclabili al 100%.
L’installazione ha ottenuto un grosso successo oltre le aspettative sia in termini di visitatori nei giorni del Salone sia di vasta copertura media.

 

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